Sfruttando una proprietà demaniale divenuta estranea all’alveo del Bedù, completata per mezzo di una procedura espropriativa, è stato possibile ampliare in modo significativo la confluenza con la Sarca, ottenendo positivi effetti di regimazione idraulica sia in termini di angolo di confluenza che di volumi disponibili per la sedimentazioni del materiale trasportato dalle piene, minimizzando il pericolo di occlusione dei due corsi d’acqua e nel contempo rendendo più agevoli le operazioni di svaso, grazie alla creazioni di percorsi per l’accesso degli autocarri.

Anche l’alveo della Sarca è stato rimodellato e svasato in modo da dare al nodo idraulico spazi più ampi ed un maggior "respiro" anche in termini di generale impatto paesaggistico.

Per valorizzare il rapporto con il confinante "Parco delle Masere" e consentire un più agevole accesso alla confluenza per poter "vivere il fiume" è stato realizzato un accesso pedonale dal lato del parco stesso, che consente di accostarsi all’alveo di magra mediante una zona cosiddetta "golenale" di quota poco superiore a quella di scorrimento della portata normale del Bedù.

Infine, ma non meno importante, è stata instaurata una collaborazione con il Servizio Opere Stradali e Ferroviarie – Ufficio infrastrutture pedonali - per la sostituzione del vecchio e ormai vetusto attraversamento ciclopedonale con un nuovo ponte di migliori caratteristiche sia idrauliche che strutturali ed estetiche.

I lavori sono stati eseguiti con maestranze proprie, avvalendosi di ditte locali per il noleggio dei macchinari e le forniture dei materiali necessari.