Fenomeni alluvionali ci sono sempre stati. Ma l’innalzamento delle temperature medie di questi anni sta rendendo sempre più incerto e difficile leggerne i segnali e valutare i rischi. Ed ecco il senso di un incontro rivolto al mondo della Protezione civile trentina promosso dai Bacini montani. Lorenzo Malpaga ne è il dirigente: "I temporali sono più frequenti e più violenti e questa violenza la riscontriamo anche in casi recenti qui in Trentino".
Si sono conclusi i lavori di rinaturalizzazione e mitigazione della pericolosità idraulica lungo il fiume Adige, nel tratto compreso tra il confine nord della Provincia autonoma di Trento e la confluenza con la Fossa di Salorno. L’intervento, avviato nel giugno 2024, è stato cofinanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell’ambito di un più ampio piano di sicurezza idraulica e valorizzazione ambientale. L’opera è stata progettata e seguita dal Servizio Bacini montani della Provincia, in collaborazione con membri del Servizio Faunistico e dell’Agenzia Provinciale per l’ambiente.
Si è svolto il 2 luglio un incontro pubblico per illustrare i lavori attualmente in corso sul Rio Lavina Grande nel Comune di Altopiano della Vigolana. I lavori di mitigazione del rischio alluvionale si sono resi necessari dopo quanto accaduto il 28 luglio dello scorso anno quando una colata di detriti ha colpito il Rio nella zona dei Prà dei Laresi, ai piedi della Vigolana interessando diverse abitazioni.
La serata, promossa dal Comune di Altopiano della Vigolana, si è svolta presso l’Auditorium delle scuole medie di Vigolo a partire dalle 20, ed è iniziata con il saluto delle Autorità e l’intervento del Dirigente del Servizio Bacini montani Lorenzo Malpaga che ha introdotto il tema della difesa del territorio trentino delle alluvioni, evidenziando in particolare come i fenomeni naturali alluvionali possano essere mitigati ma mai completamente risolti e quanto possa influire l’espansione urbanistica (avvenuta in particolare negli anni 50-70) sull’aumento delle situazioni di rischio. È stato poi proiettato un video recentemente realizzato con il supporto dell’Ufficio stampa della PAT che spiega l’attività del Servizio Bacini montani per la difesa del territorio trentino dalle alluvioni.
Iniziativa aperta alla cittadinanza il prossimo 11 luglio a Marco di Rovereto
Il Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento organizza, per la giornata di venerdì 11 luglio, un seminario dedicato alle tecniche di prevenzione del rischio idrogeologico, con l’obiettivo di approfondire alcune delle principali tematiche legate alla gestione dei bacini montani, alla manutenzione delle opere idraulico-forestali, alla prevenzione del dissesto e alla valorizzazione delle conoscenze tecniche e scientifiche nel settore. L'iniziativa, intitolata "Prepararsi ai fenomeni alluvionali: passato, presente e futuro del Servizio Bacini montani", è aperta a tutta la cittadinanza, ma si rivolge in particolare agli appartenenti al Sistema di Protezione civile del Trentino e, nello specifico, alle organizzazioni iscritte nell'elenco del Volontariato di protezione civile della Provincia di Trento.
L’argine e la golena sinistri del fiume Adige situati tra il confine nord della Provincia e la confluenza della Fossa di Salorno sono stati interessati a partire da giugno 2024 da un intervento di riqualificazione ambientale e di mitigazione della pericolosità alluvionale cofinanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’intervento ha visto lo scavo di sbancamento di parte della golena sinistra del fiume Adige finalizzato alla realizzazione di tre distinti interventi di rinaturalizzazione e diversificazione morfologica dell’alveo del fiume Adige: la riprofilatura sinuosa della sponda sinistra con la realizzazione, inoltre, di isolotti in alveo, la risagomatura della golena secondo una configurazione a più stadi e la realizzazione di una lanca alimentata dalla falda. I lavori hanno lo scopo di (i) creare elementi morfologici atti a favorire lo sviluppo di aree umide a lento deflusso della corrente e di habitat per specie ittiche ed anfibi, (ii) conferire all’alveo un andamento più vario rispetto all’andamento canalizzato che caratterizza il fiume Adige a seguito dei passati interventi di rettifica, e (iii) ricostituire una fascia di vegetazione perifluviale più variegata al fine di favorire l’insediamento dell’avifauna e migliorare la qualità delle acque di deflusso grazie alla funzione di filtro dei nutrienti esercitata dalla vegetazione stessa.
Nell'ambito dell'abitato di Baselga di Piné sono in corso alcuni lavori di sistemazione del Rio Silla. Gli interventi sono previsti dalla Perizia Esecutiva 276 del 2021 la quale si divideva in più ambiti di intervento.
Sono iniziati la scorsa settimana i lavori di mitigazione del rischio alluvionale sul rio Lavina Grande nel Comune di Altopiano della Vigolana.
La sera del 28 luglio 2024 i versanti settentrionali ed occidentali del Gruppo della Vigolana sono stati colpiti da una precipitazione intensa di carattere temporalesco, che ha innescato fenomeni di colata detritica a partire dalle quote superiori dei bacini idrografici che si sono poi propagati lungo le incisioni ed i vari rii interessando in particolare il Rio Lavina Grande nel Comune Catastale di Vigolo Vattaro, il rio Trambario nel Comune catastale di Vattaro (entrambi nel Comune Altopiano della Vigolana) e i rivi Stanghet e Val Cestara in Comune di Trento.
Lo svaso è un’operazione tipica da attuare per il ripristino della sezione idraulica o il funzionamento di alcune opere laddove vi sia un deposito di materiale. Quando ci sono degli eventi meteorologici importanti, i corsi d’acqua si ingrossano aumentando la loro capacità di erodere le sponde e il fondo. A seguito dell’erosione si innesca il fenomeno del trasporto dei detriti che si depositano una volta che la corrente del corso d’acqua perde la sua forza; ciò può avvenire per una riduzione della pendenza del rio, oppure per il diminuire della portata dopo l’evento piovoso. Talvolta ciò è voluto e provocato, a seguito di attente valutazioni, da opere appositamente costruite; ne sono esempi le briglie filtranti con relative piazze di deposito, che una volta esaurito il loro volume di raccolta devono essere svuotate per poter tornare attive ed efficienti.
Il deposito di materiale lungo i corsi d’acqua riduce lo spazio utile allo scorrimento dell’acqua e dei detriti trasportati dalla stessa.
Per ripristinare il volume utile allo scorrimento delle acque e al deposito di nuovi detriti si procede con lo svaso dei tratti in cui si è fermato il materiale o delle aree adibite al suo deposito.
Stanziati ulteriori 23 milioni di euro per la realizzazione degli interventi per il periodo 2025-2027
Approvato oggi dalla Giunta, su proposta dell’assessore all'agricoltura, promozione dei prodotti trentini, ambiente, difesa idrogeologica ed enti locali il secondo aggiornamento al Piano degli interventi 2024-2028 in materia di sistemazione idraulica e forestale, che aggiorna il Piano della XVII Legislatura. Il Piano conferma l’importanza di questa attività, strategica per la mitigazione degli effetti delle alluvioni in un territorio particolarmente fragile sotto il profilo idrogeologico; il finanziamento complessivo ammonta ora a 82,883 milioni di euro, comprensivi degli ulteriori 23,070 milioni dell'aggiornamento odierno, che erano stati stanziati nella manovra di bilancio 2025-2027 per la manutenzione diffusa di alvei e versanti e per la realizzazione di nuove opere da parte del Servizio Bacini montani.
Gli interventi finanziati con le maggiori risorse sono stati condivisi con i 166 Comuni e Comunità.
Nel contesto della gestione integrata del territorio, il Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento attribuisce un ruolo prioritario alla corretta amministrazione del demanio idrico e alla vigilanza dei corsi d’acqua. Questi elementi rivestono una funzione essenziale nella prevenzione dei danni derivanti da eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.